Cortesia: Annamaria Testa
Ti fidi di più di ciò che vedi o di ciò che percepisci?
Questa domanda ha alimentato gran parte
delle mie riflessioni durante lo scorso week end. E di questo devo ringraziare
Annamaria Testa che con il suo workshop è riuscita a dare a me, e ai miei
compagni di corso, un bello strattone. Una svegliata come si suol dire. Proprio
ciò che mi serviva, d’altronde gli esercizi di stretching servono anche a
questo, e io che mi ero un po’ rattrappita ho ritrovato il giusto slancio.
Esercizi mirati e ben calibrati ci hanno portato gradualmente a forzare le
nostre abitudini di scrittura sperimentandoci sulla rapidità. Restare focalizzati
senza cincischiare, cosa per me difficilissima, aiuta a ottimizzare i tempi e a
essere produttivi quando è necessario scrivere un testo efficace in poco tempo.
Ma soprattutto, come per magia, dopo ne giova anche la scrittura lenta, che
risulta più agile e scattante, proprio come quando si fa una corsa ben
allenati.
Fissare dei confini per forzarli e andare oltre è un utile esercizio di
disciplina ma anche di creatività. Per me forzare i confini è stato anche
decidere di affidarmi alla mia percezione soggettiva della realtà e non a ciò
che semplicemente mi stava davanti, anche se significava creare un testo descrittivo
che di oggettivo aveva ben poco e che anzi era un concentrato di sensazioni,
emozioni e proiezioni di un mio sentire. Prospettiva ben lontana dall’oggettività
scientifica alla quale sono abituata. Ti fidi di più di ciò che vedi o di ciò
che percepisci? Dipende. Dipende dal mondo in cui decido di muovermi, dipende
dall’obiettivo che mi prefiggo e dal senso che gli attribuisco. Se voglio
analizzare o descrivere un fenomeno in modo oggettivo mi affiderò al metodo
scientifico, se invece voglio esplorare gli effetti che un’immagine, una
situazione suscitano in me avrò bisogno di un altro sistema rappresentazionale,
di altri codici, di un linguaggio per così dire analogico. Nella scrittura
decidere quale punto di vista assumere, che tipo di mondo si vuole creare e a
chi si vuole trasmetterlo è fondamentale. Così come è importante scegliere una
delle molteplici possibilità che ci vengono offerte e entrarci completamente
restandovi coerenti fino in fondo. Tra un incipit e una fine le possibilità sono infinite, e se alla fine la storia non funziona basta avere coraggio,
buttare tutto e ricominciare.
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